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spero che ti piacciano questi brevi/ brevissimi racconti,
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Grazie, ciao
Valerio

domenica 2 ottobre 2011

Racconto di Pelatone: Canazei

La mia compagnia decide di andare con lo sci club di C. a sciare a Canazei. Un weekend lungo dal giovedì alla domenica. Dico non vengo, visto che non sciavo da 20 anni. se vengo mi annoio. comunque mi convincono. arriviamo in un bellissimo hotel, con tutti i confort. piscina, solarium, sauna, sala fitness. non male. arriviamo la sera tardi mi tocca in camera l'amico più rompicoglioni che ci sia. niente fumo, finestre chiuse, riscaldamento a palla.
la mattina dopo la compagnia va a sciare ed io decido di fare un giro in paese. Canazei in 10 minuti la giri. Quindi rientro in albergo. Scelta, libro, piscina, palestra, sauna. Vada per la sauna, per me novità assoluta.
Vado in camera, accappatoio, doccia ed entro. caldo bestiale ma è l'umidità che da fastidio. qualche persona è stesa, niente di eccezionale, comunque un'occhiata ai loro bassi ventri la do, ribadisco niente di particolare. Dopo qualche minuto resto solo e sto pensando di uscire, non resisto. si apre la porta ed entra un signore sui 55/60 anni, per renderti l'idea hai presente il finlandese dello spot della ricola. quello era il genere.
Saluta in tedesco ed io rispondo in italiano. Con un forte accento tedesco, mi chiede se può abbassare un po la temperatura, va bene, si alza e nel movimento si apre l'accappatoio. Boom. Tutto un batuffolo di pelo sale e pepe con una pancetta soda, e giù un bel ciondolo circonciso.
Non so se ho indugiato troppo con lo sguardo, lui chiude l'accappatoio e mi si siede più vicino. Piacere Jacob, piacere Gianni. soliti convenevoli di dove sei. Rimini, lui Stoccarda.
E’ a Canazei per il fine settimana. mi racconta che era vedovo, era stato sposato con un'italiana e venivano spesso a Canazei e cosi lui quando può ci ritorna. Comunque io con la coda dell'occhio cercavo di intravedere tra le pieghe dell'accappatoio, qualcosa, poi lui mi guarda, fa un sorriso ed apre l'accappatoio.
L’uccello gli era diventato barzotto a me il cazzo barzotto mi fa impazzire.[è verissimo NDR]
Lo guardo, rido ed allungo la mano. Lui fa lo stesso. ci guardiamo e lui dice: - Qua non si puo-.
Ggli spiego che in camera sono con un amico, 
- Allora vieni da me sono solo.
Il tempo di rientrare in camera, cambiarmi e mi fiondo davanti alla sua porta. Mi riceve in accappatoio, chiude la porta e mi sbatte contro di essa e mi ritrovo la sua lingua in bocca e la mano sull'uccello.
Senza mai smettere di baciarmi, mi spoglia e poi incomincia a scendere giu con la lingua, prima fermata capezzoli, pancia, ombelico, con fermata. Io ridevo perché i peli della sua barba mi facevano il solletico ed in fine, capolinea Incomincia a leccare e piano piano lo ingoia. Gli dico vai piano che qui esplodo.
Lo sollevo,e tocca a me . Mi perdo nel suo pelo, lui intanto dice qualcosa in tedesco che non capisco. Scendo giu piano la mia lingua lo lava e mi fermo ad ammirare il suo bel cazzo, ora non più barzotto me ben dritto. Una goccia appare sulla cappella, la lecco. È dolcissima mi ricorda le gocce che a volte sono sui fichi maturi. Non ci penso due volte e lo faccio sparire a fatica in bocca, anzi in gola.
Lui continua a mormorare parole in tedesco, lo guardo, non potendo parlare, lui capisce e mi dice, piano, piano.
Mi rialzo e finiamo nel letto (meno male matrimoniale visto la nostra stazza) mi stendo e gli dico coricati su di me. Io adoro la pancia.
Ci baciamo lungamente e poi mi ritrovo con il suo cazzo in bocca e lui il mio, Mi piace leccargli la punta . Geme e allora lui sposta la sua bocca dal mio cazzo al mio culo. Mi lecca, morde e mi penetra con la lingua. Fai piano se no vengo, lui allora me lo riprende in bocca e inizia a spompinarmi, ed io mi rituffo sul suo cazzo ed incomincio anch’io a sbocchinarlo ma sento che sto per venire e glielo dico e lui accellera i movimenti, vengooo nella sua bocca. Lui manda giù tutto e continua a leccarmi. Gli dico adesso tocca a te.
Gli lecco il buco lungamente,geme, mi bagno un dito e piano piano lo infilo.
I gemiti aumentano.Incomincio a leccargli la cappella e con la lingua percorro il tragitto fino alle palle, nel mentre il mio dito gli lavorava il culo. Ritorno in cima e mi ci tuffo , i gemiti aumentano, aumento il ritmo della bocca e del dito poi sento un ruggito e mi ritrovo la bocca piena di sborra che mando giù sen non voglio affogare. Dopo qualche minuto ci ritroviamo affianco ancora ansimanti. Ci guardiamo e ci scambiamo un lungo bacio. Ci facciamo una doccia, mi diverto ad insaponarlo (ma quanta schiuma produce un corpo peloso) e lui insapona me. Ci baciamo lungamente e dopo esserci asciugati a vicenda ci stendiamo sotto le coperte. Dalla finestra si vedono le montagne innevate.
Incominciamo a parlare, curioso gli chiedo come mai sia circonciso e lui mi dice sono ebreo. I suoi genitori scapparono dalla Germania Nazista alla fine degli anni trenta. Si rifugiarono in Svezia, dove Jacob è nato

 Ma visto che anche in Svezia le cose si mettevano male i suoi emigrarono in America. Rientrarono in Germania (Stoccarda) dopo la fine della guerra. Il padre riuscì a riaprire la loro vecchia fabbrica di pezzi di ricambio per macchine agricole ed adesso quella fabbrica la gestisce Jacob. Durante una vacanza in Italia, a Sirmione, aveva conosciuto la moglie, che era morta 6 anni prima. Aveva due figli un maschio che viveva in america ed una figlia sposata ad un italiano che viveva in Toscana e che sarebbe arrivata a Canazei l’indomani.
 Io gli raccontai della mia vita e del mio compagno con cui avevo appena chiuso dopo sette anni. Mi confessò di non aver avuto mai rapporti con uomini durante il matrimonio. Ma di aver rivisto qualche anno addietro un compagno di collegio con cui da ragazzo aveva più che altro giocato. Si vedono ogni tanto e si fanno compagnia a letto.
Si era fatta ora di pranzo e così mi invta a pranzare con lui. Accetto. Il pranzo è stato solo un intermezzo nel nostro parlare.
Ad un certo punto mi guarda e mi dice, vuoi passare la notte con me? Non ho mai dormito con un uomo. Poi domani arriva mia figlia con i nipoti e non so se potremmo rivederci. D’impulso gli rispondo di si e penso cosa racconterò alla compagnia.

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